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Africa: il continente rosa in mostra a Lissone

Chi è la “regina dell’Africa”? La donna! Lo sanno bene i missionari e tutti coloro che frequentano con amore il continente nero: «Se l’Africa rimane in piedi – come scrive Elisa Kidané, religiosa e poetessa eritrea – è grazie al lavoro silenzioso, nascosto ma nello stesso tempo tenace, delle nostre donne. Donne che oltre a portare nel cuore questo continente, se lo portano sulle spalle». Suona dunque come un omaggio meritato la mostra didattica che anche quest’anno il Gruppo missionario della parrocchia Sacro Cuore propone ai lissonesi in vista del Natale: “Donna, regina d’Africa” è una rassegna visiva e informativa per conoscere il fondamentale, insostituibile contributo femminile alla vita e alla crescita del continente.

Dati e storie infatti documentano, da una parte, i grandi passi compiuti negli ultimi decenni dalle donne africane per conquistare la pienezza della loro dignità; dall’altra segnalano però anche le numerose contraddizioni che tuttora ne intralciano il cammino, soprattutto nelle zone più povere: le disparità di accesso all’istruzione, la carenza di una sanità efficace, la concezione patriarcale del matrimonio, la fatica di dover spesso reggere da sole la responsabilità della famiglia e dei figli.

«L’Africa cammina con i piedi delle donne – dichiara la campagna internazionale che vuole attribuire il Nobel per la pace collettivamente a tutte le africane -. Le donne sono la spina dorsale che sorregge il continente. In tutti i settori della vita: dalla cura della casa e dell’infanzia, all’economia, alla politica, all’arte, alla cultura, all’impegno ambientale. Camminano a piedi nudi, ma sempre a testa alta. E guardano avanti».

La mostra “Donna, regina d’Africa” si inaugura l’8 dicembre ed è visitabile fino al 16 dicembre nella sala parrocchiale di via del Concilio; sarà aperta nei giorni festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20, il sabato solo dalle 17 alle 20. Saranno proposti in vendita alcuni prodotti missionari e del terzo mondo per sostenere i progetti di sviluppo dei padri betharramiti nei villaggi del Centrafrica.

 

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