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Monte Porzio, la Siria e il santo patrono

L’antica cappella rurale all’ingresso della casa-famiglia betharramita Villa del Pino custodisce un affresco raffigurante Antonino martire, il santo patrono di Monte Porzio Catone che si celebra in paese proprio in questi giorni. Antonino fu uno scalpellino vissuto nel III secolo dopo Cristo in Siria, il quale – dice il martirologio – a vent’anni distrusse gli idoli pagani e poi venne ucciso proprio a causa della sua fede. La sua memoria si celebra il 2 settembre sia nella città siriana di Apamea sia a Monte Porzio  Catone: qui il culto si diffuse grazie ad alcuni monaci orientali che si diressero verso l’Europa alla fine del VI secolo per sfuggire all’invasione persiana di Siria, Palestina, Egitto e Asia Minore e si stabilirono alle falde della città romana. A Monte Porzio l’ex tempio pagano del I secolo venne riconvertito in chiesa rurale e nel 1074 intitolato al martire Antonino da papa Gregorio VII che, con una bolla, ne fece dono all’abate del monastero benedettino di Montecassino («ecclesia una, vocabulo S. Antonini, sita in territorio Montis Porculi» recita il documento). Anche quest’anno – come da tradizione – la sera della vigilia della festa del santo si è svolta la processione alla cappella rurale per rendere omaggio all’immagine affrescata. Quest’anno la parrocchia ha voluto ripristinare l’antichissimo percorso per raggiungere la cappella che passa esattamente all’interno della proprietà di Villa del Pino. La decisione di ripristinare questo passaggio è stata motivata anche dal fatto che da un anno la comunità betharramita ospita una famiglia di profughi dalla Siria che già venerava sant’Antonino nel loro Paese e che ha quindi ritrovato il culto anche in Italia, a Monte Porzio.

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