Un cardinale di periferia, in pieno stile papa Francesco. Tra i tredici che riceveranno dal pontefice la berretta rossa il prossimo 19 novembre, c’è infatti Dieudonné Nzapalainga, oggi arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Una notizia che deve interessare per diversi motivi: innanzitutto la new entry del collegio cardinalizio, classe 1967, ha solo 49 anni, età tutt’altro che veneranda nel panorama delle nomine papali; inoltre si tratta del primo cardinale proveniente dal Centrafrica, uno dei Paesi più poveri del mondo, con moltissimi problemi strutturali e disparità economiche tra la popolazione enormi. Infine, proprio quest’anno i padri del Sacro Cuore festeggiano 30 anni di missione in questa terra, tra Niem e Bouar. Il primo cardinale del Centrafrica, della congregazione dello Spirito Santo, ha frequentato il seminario in Camerun e in Gabon ed è arrivato all’ordinazione sacerdotale nel 1998. Dopo un periodo di studio presso il centro gesuita Sèvres in Francia, è rientrato in Repubblica Centrafricana con la funzione di superiore regionale dei padri spiritani e parroco di Bangui. Per due anni, tra il 2008 e il 2009, ha rivestito la carica di presidente della Conferenza dei Superiori maggiori del Centrafrica; mentre nel 2012 è stato nominato vescovo da Benedetto XVI. In quanto presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Centrafricana, ha partecipato all’assemblea Generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia nell’ottobre 2014. Dieudonné Nzapalainga è impegnato nel processo di pace del Paese che ha vissuto una sanguinosa guerra civile dal 2013 e che ancora oggi è in una situazione precaria dovuta al ritorno dell’ex presidente Bozizé che rischia di rimobilitare le truppe anti-balaka: in questo senso ha fondato, insieme al presidente del Consiglio islamico e dell’Alleanza evangelica, una piattaforma intereligiosa per promuovere la fine del conflitto.
Ma lui ha sempre schivato ogni plauso sul suo conto e, poco prima dell’arrivo del papa in Centrafrica lo scorso novembre, dichiarava «Generalmente non amo parlare di me, io non sono che un semplice uomo al servizio di questo popolo, preferisco cancellarmi come Giovanni Battista». In realtà però chi l’ha visto aggirarsi senza scorta tra le barricate a Bangui per portare viveri e partecipare alla processione con il crocifisso nel quartiere musulmano, lo ha ribattezzato «il leone mite di Bangui», per la sua calma e determinazione. Saputo della nomina a cardinale, monsignor Nzapalainga ha dichiarato a Radio Vaticana: «Per me è una chiamata che ricevo come un impegno ancora più deciso al servizio dei poveri affinché ritornino la riconciliazione e la fratellanza e più che mai possiamo parlare, tra uomini, di pace e giustizia».