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Villa del Pino in festa a Caslino: «25 anni dopo, siamo sempre noi»

«Sono tantissime le persone che ci hanno aiutato in questi 25 anni, anche dal nord Italia. Organizzando questa serata, per questioni logistiche abbiamo dovuto limitare l’invito solamente alle persone che hanno trascorso qualche giorno a Monte Porzio ma ognuno di voi rappresenta qui molte più persone che nei modi più diversi hanno aiutato la casa-famiglia a vivere quest’avventura in questo quarto di secolo». Ha salutato così i presenti padre Mario Longoni, responsabile della casa-famiglia Villa del Pino, che domenica sera 1 ottobre ha invitato a cena a Caslino d’Erba oltre quaranta amici e volontari dell’opera betharramita provenienti da diverse località della Brianza. L’idea era quella di festeggiare i 25 anni di vita della casa-famiglia e dell’Associazione Il Mosaico con le persone che l’hanno supportata anche nel nord Italia. La serata a Caslino – “roccaforte” degli amici del Mosaico e più recentemente residenza betharramita con la presenza di padre Ercole Ceriani – è stata l’occasione per ritrovarsi e ringraziare i presenti di quanto fatto per Villa del Pino e per l’Associazione. Padre Mario ha regalato a tutti il libro fotografico «Riscatti» firmato dall’autore Vittore Buzzi: «Vittore ha colto dei momenti che nemmeno gli operatori sapevano di aver vissuto. Siamo rimasti tutti stupiti quando abbiamo visto le foto». Il fotoreporter Buzzi da parte sua ha spiegato: «Sono stato a Villa del Pino due volte. La prima nel 2008 in estate, c’era una luce molto particolare e un’atmosfera positiva; la seconda invece nel 2015: era un momento di cambio per la casa-famiglia ed era inverno… le foto riflettono questa difficoltà. Ho parlato con le persone, ospiti, operatori e padri: tutti hanno un enorme bisogno di ascolto». Anche padre Piero Trameri, neo-Vicario d’Italia, ha ringraziato Monte Porzio: «Il Mosaico è un’àncora a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà. Tante volte ha aiutato le missioni in Centrafrica (pensate solo al Centro Saint Michel, nato a Bouar proprio dall’intesa della casa-famiglia con fratel Angelo Sala) e altrettante il Vicariato d’Italia… Continuiamo questa collaborazione che può dare molti frutti». «Sono passati tanti anni ma siamo sempre noi – ha poi concluso padre Mario – Non c’è più la stessa tipologia di ospiti, la malattia in questi anni è cambiata, la casa-famiglia è passata alla cooperativa Centro per l’Autonomia; recentemente all’assistenza per persone in AIDS abbiamo affiancato l’opera di accoglienza dei rifugiati siriani: insomma, ci sono state delle novità ma noi siamo sempre gli stessi e continuiamo a occuparci degli ultimi».

 

 

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