«Un saluto speciale porgo alla qualificata rappresentanza della Repubblica Centrafricana e delle Nazioni Unite» ha detto papa Francesco domenica scorsa al termine dell’Angelus in piazza San Pietro, riferendosi alle trattative di pace per il Paese che si tengono in questi giorni a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio. Il Ministro degli Esteri, il consigliere politico della Repubblica Centrafricana nonché i delegati di quattordici gruppi politico-armati (sia della parte seleka sia antibalaka, le due fazioni che si fronteggiano nel Paese) sono stati riuniti dalla comunità di Sant’Egidio alla presenza dell’inviato speciale dell’Onu per il Centrafrica Parfait Onanga Anyanga, per cercare nuove vie di pace per quella terra. Lunedì 12 giugno Marco Impagliazzo il presidente della comunità di Sant’Egidio, nota per il suo impegno di mediazione per la pace svolto in diverse aree del mondo, era intervenuto al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York proprio su questo tema e aveva annunciato la riunione nella Capitale tra gruppi armati ed emissari del presidente Touadéra su disarmo, reintegrazione degli ex combattenti e dialogo politico. Al tavolo delle trattative di pace, c’è finito per caso anche padre Mario Longoni, amico di lunga data della comunità di sant’Egidio di Roma e presente presso la loro sede per un incontro degli «Amici dei poveri». Durante una pausa nella sala dove si sta consumando la delicata mediazione, gli organizzatori hanno fatto sedere il betharramita che – anche se solo per un momento – ha simbolicamente rappresentato l’impegno per la pace che diversi missionari della nostra congregazione tentano di perseguire ogni giorno sul campo.
