«L’Hogwarts di Buenos Aires». Qualche giorno fa il quotidiano La Nation, il secondo dell’Argentina per tiratura, ha definito così il Collegio San José, la scuola fondata 164 anni fa dai padri betharramiti nella capitale e oggi diventata uno degli istituti più in vista del Paese sudamericano, dove hanno studiato politici, dirigenti e personaggi televisivi. Il collegio è un edificio storico che per la sua bellezza è stato più volte usato come set cinematografico, fatto per cui il giornale argentino lo ha paragonato alla suggestiva scuola di magia di Harry Potter. Nel reportage si legge: «Molto è cambiato nell’ultimo secolo e mezzo, anche all’interno della scuola: i padri bayonesi (così sono chiamati in Argentina i sacerdoti di Bétharram, ndr) non insegnano più, i direttori e gli insegnanti sono laici. Gli studenti non indossano più giacca e cravatta come divisa, ma pantaloni neri e maglione bianco. Nella scuola si tenevano lezioni di scherma e gare di tiro, che si tenevano nella sala delle armi. C’era un parrucchiere e una libreria per gli studenti: di tutto ciò non resta nulla. Ma c’è ancora il museo di scienze naturali, l’auditorium, la biblioteca – che conserva alcuni incunaboli – e l’ osservatorio astronomico, uno dei pochi della città. Resiste anche il museo di scienze naturali che ha più di 100 anni e che ospita ogni tipo di animale imbalsamato: da un boa di circa tre metri a un condor adulto. All’interno degli armadi in vetro e legno sono raccolte centinaia di uccelli, coleotteri e altri insetti, oltre a serpenti e rettili . Per quanto riguarda i coralli il San José ne ha così tanti che si dice che ne ospiti più di qualsiasi altro museo argentino». Con la sua struttura storica e studenti provenienti da famiglie importanti, oggi questa sembra una scuola esclusiva. Il Collegio San José nacque in realtà da un’esigenza meno pretenziosa: a Buenos Aires c’era una comunità basca che parlava una lingua che nessuno capiva e perciò venne chiesto al vescovo di Bayonne di mandare sacerdoti che potessero educare e integrare nella società i ragazzi di questa comunità. Arrivarono così i padri betharramiti, che nel 1858 costruirono l’edificio, portando dall’Europa marmi, vetri, tessere e ceramiche che oggi sono difficilissime da trovare per completare i restauri. I padri betharramiti portarono anche un organo molto particolare, che oggi continua a funzionare nella cappella della scuola e di cui esistono poche copie al mondo.