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Dalla Brianza all’Argentina: padre Monzani festeggia 50 anni di sacerdozio in missione

I cinquant’anni di sacerdozio li festeggerà due volte: una a Santiago del Estero, la città argentina nella quale è attualmente impegnato e la seconda in Brianza e precisamente a Colnago, frazione di Cornate d’Adda di cui è originario. Qui domenica prossima 2 luglio, alle ore 10.30,  il betharramita padre Giancarlo Monzani celebrerà in comunità l’anniversario tondo di una vocazione spesa fra due mondi. Padre Giancarlo, classe 1945,  ha completato la sua formazione in Italia e poi, il 3 ottobre 1974, è partito verso l’Argentina dove la congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram lo ha impegnato come missionario appena un anno dopo l’ordinazione, avvenuta a Milano il 28 giugno 1973 . In Sud America padre Giancarlo ha anzitutto imparato la lingua, attraverso un periodo di studio nel collegio San Giuseppe di Buenos Aires. Dopo due anni è stato destinato in Uruguay, a Montevideo, dove si è occupato di tutte le attività pastorali della parrocchia e dell’animazione per alunni e insegnanti dei tanti collegi legati ai betharramiti che esistono in quel continente. Dopo venticinque anni, padre Giancarlo trasloca in Argentina e precisamente nella parrocchia di Santiago del Estero che ha messo in campo numerose iniziative a sostegno dei poveri, come anche la parrocchia di Barracas, periferia di Buenos Aires, dove il betharramita ha pure soggiornato. Da cinque anni padre Giancarlo è tornato a Santiago dell’Estero, nella chiesa di Béltran che si trova a circa 20 chilometri dalla città. È un territorio di periferia vasto, caratterizzato da paesini abitati ciascuno da poche famiglie. «La gente – ha scritto padre Giancarlo ai parrocchiani di Colnago –  è prevalentemente semplice, povera, contadina, con una religiosità tramandata da secoli, attaccata alle immagini dei santi più che al Signore. A Santiago del Estero ho imparato a benedire tutti, ad abbracciare conosciuti e sconosciuti, a guardare tutti come fratelli. L’accompagnamento delle persone mi ha condotto a rispettare l’opinione del prossimo e a obbedire alle loro proposte in materia pastorale. Gli anni non sono passati invano. Veramente Iddio è grande: il tempo è un suo regalo, un luogo di crescita, di imparare, di ascoltare, di valorizzare la ricchezza interiore di chi ci è attorno, di gioire o soffrire con chi fa festa o con chi ha la vita rotta, ammalata, lontana dal bene. E Dio è stato presente in questo cambio continuo di acquisire il bello e vincere il male. Tutto lo devo a Lui».

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