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Il melone di padre Arialdo

Le strade del Signore sono misteriose e, a volte, persino un po’ bizzarre. Come altro definire, d’altronde, un percorso vocazionale che è stato influenzato e indirizzato anche da un melone?! Il frutto arancione è uno dei protagonisti della precoce vocazione di padre Arialdo Urbani, 84 anni appena compiuti di cui 53 passati in missione tra Thailandia, Costa d’Avorio e Repubblica Centrafricana. «Già a 11 anni – ha svelato il diretto interessato durante un periodo di vacanza in Italia – avevo deciso che avrei fatto il missionario. Avevo sentito i padri comboniani raccontare della missione ed ero stato preso da un grande entusiasmo. Quell’estate sono andato a un campo vocazionale da loro organizzato vicino a Isolaccia, il mio paese natale. Durante quel campo la mia squadra vinse un gioco, il cui premio era… il melone! Io non avevo mai visto quel frutto esotico e nemmeno mi ispirava: non c’è stato niente da fare, non solo non l’ho mangiato ma sono rimasto talmente deluso che non ho più voluto continuare il percorso con i comboniani. Così, qualche tempo dopo, sono entrato in contatto con i padri betharramiti, che pure non sono un istituto missionario in senso stretto, ed ora – più di mezzo secolo dopo – … Eccomi qui».

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