Villa del Pino scopre un nuovo amico. Si tratta del pittore William Halewijn, classe 1927, originario dell’Indonesia e internato dal 1942 al 1945 in quattro diversi campi di concentramento giapponesi, dove ottenne commissioni per 200 ritratti di co-internati e ebbe contatti con il pittore olandese di paesaggi Theo Goedvriend che lo iniziò allo studio dell’arte nei Paesi bassi. Nel 1955 si trasferisce in Italia e precisamente a Monte Porzio Catone, dove rimane per ben sette anni: da qui nel 1962 è il primo pittore vivente a esporre la sua intera collezione (130 opere) presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma. Pare che Halewijn per un breve periodo sia stato ospite a Villa del Pino, allora assegnata al ruolo di casa per il noviziato. Per motivi cronologici, non può essere stato il contatto con i padri betarramiti – anche se sarebbe bello pensarlo – a ispirare l’autore nella realizzazione di “Cristo con tre bambini indonesiani” (in foto) nella quale un piccolo gioca sul petto di Cristo. La rappresentazione originalissima del Sacro Cuore (realizzata in Indonesia nel 1950, ma che ha tanti contatti con la spiritualità di san Michele) recentemente – sotto forma di riproduzione a stampa – è stata donata alla comunità dei padri di Monteporzio, e ha quindi “fatto ritorno” a Villa del Pino, dove probabilmente era già stata mezzo secolo fa, nei bauli da viaggio del pittore Halewijn.