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Il sogno continua: i primi mattoni

 

Pubblichiamo lettera che ci ha inviato p. Tiziano Pozzi, missionario e medico nella missione di Niem nella Repubblica Centrafricana
Carissimi,
alcuni mesi  fa vi dicevo della necessità di costruire un piccolo blocco operatorio qui a Niem.
A che punto siamo? Finalmente, dopo varie vicissitudini, vi posso mandare qualche foto della realizzazione dei primi mattoni.
Sarà un lavoro complicato e pieno di difficoltà!

Eccone due che abbiamo dovuto subito affrontare: la prima può sembrare una cosa banale ma per  poter cambiare le gomme del camion della missione, necessario per il trasporto di sabbia, sassi … abbiamo dovuto attendere quasi due mesi. Prima  di poter essere montati sui cerchioni, i nostri copertoni hanno dovuto fare un viaggio di 1 000 Km, sì proprio mille!  Vengono direttamente da Douala, la capitale economica del Cameroun, che si trova sull’oceano… Mentre noi siamo in mezzo all’Africa.

Fortunatamente, nonostante le strade accidentate, sono arrivati in  ottimo stato.
La seconda difficoltà è dovuta al fatto che  il camion del commerciante che ci fornisce il cemento è stato assalito dai banditi. Attualmente gli ultimi 50 km verso il Cameroun sono “terra di nessuno”; anche i gendarmi centrafricani  si sono ritirati dalla frontiera.

Naturalmente il camion  è stato completamente svaligiato  così come le tasche dell’autista  che, per più di un mese, non si è più fatto vivo. Questo mezzo è l’unico su cui si possa fare affidamento ed è davvero essenziale per tutta la nostra regione perché assicura i rifornimenti  di ogni genere a diversi villaggi, compreso Niem.

Una decina di  giorni fa ho avuto il piacere  e  la gioia  di rivedere l’intrepido autista in buona salute… E anche il nostro cemento.
Naturalmente ci sono anche delle buone notizie.

Da qualche settimane è arrivato il signor Gianni Fossati, un veterano di Niem: elettricista, idraulico, muratore, riparatore di brecce  e anche esperto di anofeli e di Plasmodium Falciparum (rispettivamente le zanzare e il parassita che causano la malaria), nel senso che durante i suoi vari soggiorni a Niem (iniziati nel lontano 1994) ha avuto almeno un paio di episodi di malaria! Con lui, che ha seguito la realizzazione del progetto in Italia, spero che potremo iniziare a fare le fondazioni del blocco operatorio.
Sicuramente ci  saranno altre difficoltà ed imprevisti ma la mia esperienza di più di vent’anni  da queste parti mi fa dire con assoluta certezza che un giorno vi manderò le foto della costruzione terminata e soprattutto funzionante.

Prima di tutto perché la Provvidenza ci darà una mano e poi perché possiamo contare sulla fiducia ed il sostegno di tutti voi.

Un caro saluto a tutti voi.

 

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