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Il sogno di padre Peppino

Da settant’anni i betharramiti sono a Lissone. Era infatti il 28 marzo 1953 quando padre Giuseppe Airoldi si trasferì da solo dalla comunità di Albiate nella località brianzola, per inserirsi nella pastorale parrocchiale. Padre Peppino frequentava già da qualche anno Lissone, laboriosa «città del mobile» all’epoca in forte espansione urbanistica, dove si occupava dei giovani, delle confessioni e dei malati. Nel tempo aveva rafforzato la sua particolare vocazione «ambrosiana» per il ministero parrocchiale e aveva intuito che in quel luogo potevano esserci promettenti prospettive di inserimento per i betharramiti, anche se all’epoca la congregazione non gestiva in Italia alcuna parrocchia. Padre Airoldi si sistemò presso la casa di un facoltoso benefattore, lo stesso che di lì a qualche anno donerà il terreno per la costruzione di una chiesa in un quartiere periferico ma in decisa crescita; nel febbraio 1956 lo raggiungono tre giovani confratelli e nasce ufficialmente la comunità. Già l’anno seguente, il 28 aprile 1957, il cardinale Giovanni Battista Montini (poi Paolo VI) posa la prima pietra della chiesa del Sacro Cuore, che sarà aperta al culto dal medesimo arcivescovo di Milano il 10 giugno 1961.

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