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La missione in Cina compie 100 anni

«Domani tre Preti del Sacro Cuore, rispondendo alla richiesta del Vicario di Cristo, partiranno dalla santa montagna di Bétharram verso le popolazioni pagane dello Yunnan, per portare la luce e la salvezza del Redentore». Comincia così il solenne panegirico che padre Pierre Fernessole pronunciò nel santuario di Notre-Dame di Bétharram il 22 gennaio 1922, esattamente 100 anni fa, in occasione della «cerimonia di partenza» dei primi missionari betharramiti verso la Cina. Il sermone (che venne poi anche diffuso a stampa) è molto lungo ed enfaticamente patriottico, secondo l’uso del tempo, ma testimonia anche l’enorme importanza che la congregazione riservava a quell’evento. Per l’istituto fondato da padre Garicoits era in assoluto la prima esperienza in terre non cristiane e di fatto ne ha significato l’apertura missionaria: da quel seme, purtroppo impedito dal germogliare a causa della rivoluzione comunista di Mao nel 1951, sono nati in modo diretto la presenza betharramita in Thailandia e comunque l’allargamento all’India e al Vietnam, oggi tra i più promettenti vivai della congregazione. «Gloriosi successori dei martiri – concludeva l’oratore un secolo fa – lasciate che baciamo i vostri piedi che porteranno lontano la Buona Novella… Carissimi fratelli in Cristo, benediteci! E che la vostra benedizione scuota i nostri torpori, dissipi le nostre pigrizie… Il vostro ricordo e la vostra immagine vivranno nel nostro cuore nella profonda traccia di una dolce ammirazione».

 

In foto: i primi tre missionari betharramiti in Cina. Da sinistra François Palou, Pierre Erdozaincy-Etchart e Louis Pirmez

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