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La prima parola di Agin, il nuovo generale

Si rivolge ai confratelli come un «fratello maggiore», il superiore generale della congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram eletto a San Bernardino lo scorso maggio. Procede con umiltà e definendosi un uomo di periferia, padre Gustavo Agìn che sente il bisogno di raccontare innanzitutto qualcosa di su di sé nel suo primo editoriale pubblicato sull’ultimo numero della Nef.  La prima dichiarazione d’intenti del generale, che dal 24 al 28 luglio ha già convocato il suo consiglio a Bétharram, recita: «Mio desiderio è quello di fare in modo che tutti ci rinnoviamo a partire dalla fedeltà al Carisma di San Michele perché la nostra vita religiosa sia sempre più creativa, fraterna e inclusiva, anche nel dissenso e nella differenza. Sono consapevole che […] l’individualismo bussa alla porta delle nostre comunità e vuole abitarci. Se apriamo, siamo sottilmente condotti verso la coscienza isolata, all’autoreferenzialità. […] Non è la crisi nella vita religiosa che produce disillusione e indifferenza, ma la realtà presente comoda che ci gratifica adesso, per poi lasciarci nel non-senso… Questa vita ci sta impedendo di volare, come faceva San Michele. Uscire senza indugio! […]  Affermo e sostengo che un autentico betharramita non può transigere con simili impulsi. Il nostro cuore betharramita chiama la liberazione interiore… Dobbiamo solo ascoltarlo». In attesa di leggere integralmente quanto riportato dagli Atti, s’apprende che i capitolari hanno sottolineato tra le altre cose l’importanza del contatto con le periferie, il bisogno di una comunità internazionale nella casa di Bétharram, di portare avanti la canonizzazione di padre Augusto Etchécopar ma anche di condividere con i laici «carisma, vocazione e missione». Facendo un ultimo bilancio della sua missione, padre Gaspar Perez  nel prossimo anno seguirà invece un corso di teologia mistica ad Avila (Spagna).

 

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