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Le partite a carte e il quaderno di padre Giulio

Nel nuovo notiziario dell’associazione Mosaico, che è uscito qualche giorno fa e come sempre potete leggere qui, non si parla solo di HIV e AIDS. Diverse pagine del bollettino della casa-famiglia di Monte Porzio Catone sono dedicate a padre Giulio Forloni che per oltre 25 anni è stato una presenza costante e instancabile a Villa del Pino e che recentemente venuto a mancare. «Padre Giulio. Ci sono tanti episodi che lo hanno visto protagonista – scrive l’assistente sociale Tarquinio Mastronardi che lavora in casa-famiglia dal 2002 – come è naturale che sia per un Padre sempre attivo, per ogni evenienza o esigenza; a piedi, con passo veloce o con la Fiat Panda… Con il sole, con la pioggia, con il caldo o con il freddo… Per le salite o le discese di Monte Porzio Catone… Insomma, padre Giulio era sempre in continuo movimento. Se chiudo gli occhi e provo ad immaginare Padre Giulio in Casa Famiglia nella mia mente tornano due piccoli e semplici momenti, che caratterizzavano un aspetto relazionale ed un altro di lavoro. L’aspetto relazionale, o come lui avrebbe detto “di comunità”, avveniva nel primo pomeriggio quando con alcuni ospiti di Villa del Pino dava vita a lunghe partite di carte, che attiravano l’attenzione di molti spettatori, e vincere o perdere decretava il ruolo di “sconfitto” fino alla successiva partita: essere preso in giro dagli ospiti non era certamente il modo migliore per trascorrere la giornata in Casa Famiglia. Si impegnava molto e le discussioni su errori o disattenzioni erano sempre all’ordine del giorno L’altro aspetto che mi viene subito in mente è la riunione degli operatori, che si teneva ogni mercoledì. Padre Giulio, immancabilmente sempre presente nello stesso posto e sulla stessa sedia, aveva con sé un proprio quadernone sul quale appuntava l’ordine del giorno e riassumeva le discussioni sui vari casi trattati. Fin quando ha preso parte alla riunione Padre Giulio ha sempre avuto il suo quadernone, benché Padre Mario appuntasse tutto su un suo storico registro ed io annotassi tutto ciò che veniva detto e deciso nelle cartelle personali degli ospiti. Ed era prezioso il suo modo di ridire le cose che ascoltava dette dagli altri perché le semplificava e le illuminava».

 

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