I suoi funerali si celebrano nella chiesa del Sacro Cuore domattina, vigilia della Giornata missionaria mondiale che a Lissone – a causa della concomitanza con la festa patronale – si tiene tradizionalmente una settimana più tardi. Così Arcangela Mariani, 71 anni, celebrerà la sua seconda “partenza” – quella definitiva – dopo la prima che nel 1982 la vide ancora giovanissima ricevere il crocifisso di missionaria laica per il Brasile nelle file del Movimento Laici America latina (Mlal).
Arcangela è stata prima una maestra e poi una professoressa molto amata a Lissone, nella parrocchia dei betarramiti è cresciuta e ha svolto funzioni di catechista e animatrice; poi la scelta, a lungo coltivata, di essere missionaria ma come laica. La sua prima destinazione è stata Rio Branco, nella foresta amazzonica, ma per poco perché ragioni di salute la obbligavano a scegliere il clima migliore di Goiania: città dove rimane per ben 15 anni, impegnandosi con il suo caratteristico piglio per la promozione delle donne, la catechesi biblica nei gruppi di base e la pastorale – che svolgeva anche da ministra della liturgia in assenza del sacerdote; ultima destinazione Porto Alegre do Norte, in una delle zone più povere del Mato Grosso. Nel 2009 il sofferto ritorno, dopo 27 anni di missione, per ragioni di salute. Ma anche da Lissone “Arcangelica” (così talvolta la si chiamava, per il suo inguaribile sorriso e la mitezza sotto la quale nascondeva una volontà di ferro) non aveva mai smesso di “condividere” – questo verbo che le piaceva tanto – la vita dei suoi senzaterra, arrivando al punto da negarsi le vacanze “perché in Brasile i poveri non le fanno” e accettando (lei così attiva) la sorte di dover partecipare alla missione in modo spirituale, grazie anche alla adesione ai gruppi di Charles de Foucauld. In tutta la sua vita Arcangela Mariani ha mostrato come si sta a fianco dei piccoli del Vangelo, quelli che sono grandi nel regno di Dio.