Oggi si celebra la trentesima Giornata dei missionari martiri, l’occasione con cui la Chiesa ricorda e prega per i tanti che hanno scelto di andare in Paesi lontani per far conoscere il Vangelo e fare del bene e che, ciononostante, sono stati uccisi. Nella lista dei missionari morti da martiri nell’anno appena trascorso ci sono 22 sacerdoti, suore e laici: la maggioranza (13) sono stati uccisi in Africa, sette hanno perso la vita in America, tre in Asia e uno in Europa. In questo triste elenco appare anche il nome di Omer Dalyom Dallet, un ragazzo di appena vent’anni che aiutava i padri betharramiti nella loro missione in Repubblica Centrafricana. Omer è rimasto ucciso il 5 maggio 2021 dall’esplosione di una mina che ha colpito l’auto su cui viaggiava padre Arialdo Urbani insieme a un collaboratore. Il sacerdote stava tornando nel villaggio di Niem, dove risiede e opera, dopo aver visitato il paese di Service Kollo. Incontrata la vettura dei missionari lungo la strada, il giovane Omer aveva chiesto un passaggio per andare a trovare la sorella ricoverata all’ospedale di Niem ma, a circa 10 km dall’arrivo, nei pressi del villaggio di Zakau, la macchina della missione è saltata sulla mina. Due dei passeggeri hanno riportato solo qualche ferita, mentre Omer è rimasto ucciso. È molto significativo che oggi la Chiesa insieme ai missionari “ufficiali” ricordi anche il sacrificio di un giovane “invisibile”, che si è impegnato per gli altri e ha dato testimonianza con la sua stessa vita.