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Per gli ulivi di Monteporzio arriva la primavera

Nella storia della comunità di Monte Porzio Catone la natura ha sempre avuto una parte importante. Non solo perché questa casa è immersa nei colli romani (e non a caso battezzata “Villa del Pino” in onore del sempreverde secolare che abitava il giardino) ma anche per l’oliveto e la vigna la cui coltivazione e cura in passato erano uno dei compiti dei padri e novizi betharramiti che si sono succeduti nella comunità. Oggi – anche se non più lavorati direttamente dai confratelli – questi spazi continuano a essere importanti per la casa, come ci racconta padre Mario Longoni in un aggiornamento da Villa del Pino. «L’inverno scorso, anche alle latitudini di Monte Porzio, ci sono stati giorni di grande freddo tanto che abbiamo registrato sino 8/10 gradi sotto zero. Chi più ha sofferto del gran gelo sono stati gli ulivi e quelli che non si sono seccati si sono ammalati. Anche il nostro oliveto ha sofferto tanto. Per questa ragione è diventato indispensabile provvedere quest’anno a una robusta potatura delle piante come fosse un’energica cura e un profondo rinnovamento. Mani esperte stanno lavorando da giorni ma le piante da pulire sono molte e l’incuria degli ultimi anni ha creato zone di forestazione che frenano il lavoro. È impressionante vedere come cambia l’aspetto della collina pulita e come si illuminano i prati dove non arrivava più il sole. D’altra parte lo dice il Vangelo che l’agricoltore “Ogni tralcio che non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”».

 

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