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Quarant’anni di Ponte a Elsa

«Venga, si troverà bene tra noi toscani. Dico noi toscani, quantunque io sia piacentino; ho constatato che ci si può acclimatare bene anche qui, pendendo dalla parte del cuore…» Scriveva così il vescovo di san Miniato Paolo Ghizzoni a padre Franco Cesana, primo parroco di Ponte a Elsa nel 1978. Da quella lettera che sanciva l’inizio di un impegno anche nelle parrocchie di Brusciana e Canneto, sono passati quarant’anni esatti durante i quali la comunità betharramita nella diocesi di San Miniato è cambiata. Alle parrocchie originarie si sono aggiunte Pianezzoli, Isola e Roffia e la prima comunità – formata da Mario Giussani e Luigi Castelli oltre a padre Franco – è stata integrata dal 1981 da padre Tiziano Molteni, che dal 1990 ne sarà il parroco storico. Qui  – tra l’impegno pastorale e quello formativo nelle scuole della zona – si sono succeduti in molti, Andrea Anonini, Giuseppe Lietti, Carlino Sosio, Angelo Riva e oggi risiedono i padri Giuseppe Franci e Albino De Giobbi: di questa piccola comunità in Toscana – spesso dimenticata anche nell’universo betharramita italiana – tutti conservano un bel ricordo caratterizzato da collaborazione, accoglienza e solidarietà.

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