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«Queste foto nascono dall’incontro con la Brianza che resiste»

Hanno tagliato il nastro sabato scorso alla presenza di una folta rappresentanza di quella Brianza operosa che le loro fotografie raccontano. Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli, autrici delle immagini in mostra dai padri betharramiti di Albiate fino al 3 febbraio, hanno spiegato il lavoro dietro a “Il lavoro che resiste”: «Abbiamo iniziato a girare la Brianza nel 2014 per documentare le botteghe in cui continua a vivere la sapienza di un lavoro artigianale che oggi sembra d’altri tempi. Le nostre sono fotografie istantanee istantanee di gesti e movimenti, abbiamo scelto di non mettere in posa le persone ma di documentarne il lavoro quotidiano». L’inaugurazione si è svolta a margine di un convegno per celebrare i cinque anni di attività de Il dialogo di Monza, giornale online nato con il proposito di mettere il bene e le buone notizie in prima pagina. A coordinare la tavola rotonda il direttore Fabrizio Annaro che ha spiegato il senso della mostra di Monguzzi e Sangalli, perfetto esempio di «un’arte che nasce dall’incontro e ha il potere di generale incontri, secondo la mission del Dialogo». Gli onori di casa li ha fatti invece padre Francesco Radaelli che ha sottolineato come da sempre i betharramiti siano aperti e in dialogo con il territorio brianzolo, facendosi promotori di iniziative culturali e spirituali. «La porta del futuro si apre solo con la chiave del passato» ha spiegato poi Giovanni Barzaghi, presidente della Confartigianato; «per questo – ha aggiunto Mario Riva responsabile di Consorzio Comunità Brianza – il lavoro manuale è un’opportunità: di inserimento nel contesto sociale ma che consente anche uno sviluppo di una relazione positiva con il territorio». L’attenzione al territorio è stata rimarcata anche dalla presenza di Silvano Camagni, presidente della Banca di Credito Cooperativo Triuggio e Valle del Lambro. Ultima testimonianza quella di Elisa Vimercati, responsabile dell’omonimo cappellificio di Monza: «Siamo rimasti l’unico cappellificio di tutta la Lombardia. I metodi che usiamo sono gli stessi adoperati nell’Ottocento, alcuni macchinari hanno oltre 150 anni: con questi fabbrichiamo ogni anno 8mila cappelli che in maggioranza vengono esportati in Israele».

La mostra “Il lavoro che resiste” sarà visitabile sabato 2 febbraio (ore 16-19) e domenica 3 febbraio (ore 10-12 e 16-19) con ingresso in via Italia 4 ad Albiate.

 

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