Carissimo padre Mario,
amici de “Il Mosaico”, ospiti, collaboratori, personale e amici tutti di Casa Famiglia e di Monte Porzio,
sono idealmente con voi tutti, oggi, per celebrare 30 anni di un’avventura, di una sfida che sembrava impossibile e che invece ha segnato profondamente, credo, la vita dei Padri del Pino e dei loro confratelli, la vita anche della comunità intera di Monteporzio e dintorni.
Il lungo elenco di persone a cui rivolgo il mio saluto dice non solo l’ampiezza delle persone coinvolte ma sottolinea soprattutto la qualità di un’esperienza di solidarietà che ha trasformato in qualche modo la storia personale e comunitaria di molti.
Vorrei ricordare in modo particolare il coraggio degli iniziatori di questa storia: padre Mario, entusiasta, preparato e intraprendente e padre Giulio che, con la sua scelta difficile e radicale di lasciare il suo multiforme ed appassionato ministero nella sua Brianza, ha reso possibile che la comunità religiosa presente a Monteporzio potesse virare di trecentosessanta gradi ed intraprendere un viaggio che l’avrebbe portata ad accogliere “in famiglia” decine e decine di ospiti, con le loro difficili storie, e un’intera comunità civile e parrocchiale. Voglio ricordare poi fratel Claudio, silenzioso ed instancabile collaboratore, attento ai bisogni di tutti. E tutti i confratelli che, per periodi brevi o lunghi, hanno fatto parte della comunità religiosa.
Ricordo e saluto con simpatia molti ospiti che ho potuto conoscere, gli operatori che si sono succeduti negli anni e i membri de “il Mosaico” che hanno supportato in ogni modo la “Casa Famiglia”… casa e famiglia, appunto.
La sfida continua. Non sappiamo come e in che modo. Sappiamo però che è una sfida che coinvolge tutti, ancora una volta. E che si appoggia ad un motto che ci è diventato familiare: “Eccomi, manda me”… come ha detto il Signore Gesù, come Maria, come san Michele Garicoits e come cercherà di dire ancora ciascuno di noi.
Buon cammino,
padre Piero Trameri, Vicario per l’Italia