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Un anno di pellegrinaggio

L’anno è iniziato anche per la Nef, il foglio di notizie mensile della congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram. A dare il benvenuto al 2024, ai religiosi e ai laici che leggano il notiziario, ci pensa naturalmente il superiore generale padre Gustavo Agìn nel suo consueto editoriale che, questa volta, prende le mosse dal racconto di una tradizionale del suo paese natale, l’Argentina, caro anche a papa Bergoglio. «In Argentina – scrive infatti padre Agin – ogni anno  viene organizzato un pellegrinaggio dei giovani a Lujan, piccola Città della Vergine Maria, patrona della Nazione. Centinaia di migliaia di giovani camminano (il primo sabato di ottobre) per 60 km – tutto il pomeriggio e la notte – per arrivare all’alba al Santuario mariano, prostrati ai piedi di Maria. Alcuni lo fanno con grande fede, altri per una promessa fatta alla Vergine, altri magari solo per sport e c’è anche chi lo fa per curiosità. Ma quello in cui credo è che tutti lo facciano con la speranza di arrivare. È una speranza che richiede fatica, perché la strada è lunga e ci sono ostacoli come il freddo, la stanchezza crescente e, soprattutto, le vesciche… Lungo il percorso, vicino alla basilica, ci sono molti punti di ristoro dove centinaia di giovani volontari servono i pellegrini: una zuppa calda, un bicchiere d’acqua o un mate cotto (infuso simile al tè, tipico dell’Argentina, del Paraguay, dell’Uruguay e del Brasile meridionale). In questo modo li aiutano a ritrovare le forze per arrivare. C’è anche l’assistenza di alcuni paramedici e medici, dislocati in tende ai lati della strada, pronti ad aiutare chi ne ha bisogno. Nella Basilica i sacerdoti celebrano, per i pellegrini, la messa ogni ora e anche il sacramento della riconciliazione. Di solito confessano per tutta la notte. Ricordo che questo era un appuntamento imperdibile per monsignor Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, che ogni anno vi trascorreva lunghe ore confessando i pellegrini. Forse questo semplice esempio ci permette di capire perché il Papa parla della Chiesa come di un ospedale da campo, di un pellegrinaggio insieme al Popolo di Dio, dell’accoglienza dei migranti, dell’ascolto, di saper accompagnare e perdonare come Dio fa sempre con noi, di celebrare la fede con semplicità ed essere missionari con audacia profetica, ecc. Anche il Papa è stato ed è un pellegrino. Vi invito a prepararvi bene all’inizio di quest’anno affinché anche noi possiamo giungere ai piedi del Cuore di Gesù, anche se lo facciamo scalzi, feriti e con le mani vuote di meriti, ci consola sapere che siamo in pellegrinaggio nella speranza, pieni di speranza, nonostante tutto».

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