Il viaggiatore e blogger Benjamin Williams nel suo sito «Paths Unwritten» («Sentieri non scritti») dedica un lungo e ben informato articolo, corredato di varie foto, a «una piccola chiesa di legno incastonata nelle stradine laterali della città vecchia di Dali, che fonde la cultura delle minoranze cinesi con l’iconografia cristiana classica». Sì, si tratta proprio della cattedrale costruita tra il 1929 e il 1931 dai betharramiti, che solo qualche anno prima – ed esattamente 100 anni fa – erano arrivati come missionari nello Yunnan, vasta e selvaggia regione del sud-ovest della Cina.
La chiesa – che dopo l’arrivo di Mao nel 1951 è stata confiscata ed adibita a vari usi civili fino al 1983 – è oggi riaperta al culto per la piccola comunità cattolica e retta da un parroco presente a Dali da oltre trent’anni. Williams l’ha visitata di recente e ne tesse molti elogi. «I suoi pilastri e travi in legno sono tutti nel tradizionale stile Bai, opere d’arte colorate adornano i soffitti con intagli intricati di figure proprie della cultura locale – il leone, l’elefante, il drago e la fenice – e sono accompagnate da racconti biblici e leggende della cultura tradizionali cinese. La facciata raggiunge i 16 metri di altezza; i due piani superiori ospitano un campanile quadrato. La struttura è in legno massiccio e misura 34 metri di lunghezza per 14 di larghezza; può ospitare circa 500 persone».
Oggi la cattedrale – inizialmente dedicata al Sacro Cuore (di cui una rappresentazione campeggia tuttora sull’abside, appena sopra l’enorme scritta «Dio è amore») – è intitolata alla Santa Trinità, come recita l’iscrizione in cinese aulico incisa in lettere d’oro sull’architrave dell’ingresso, insieme a un distico che richiama due misteri della fede: «Un corpo contiene due nature, è la caratteristica di Cristo. L’unità è divisa in tre Persone, che però sono una: questo è il mistero di Dio». Dal 1985 la chiesa – costruita con tanti sforzi dai betharramiti e sotto la guida in particolare di padre François Palou e fratel Xavier Iragui – fa parte del patrimonio artistico di Dali, riconosciuto a livello governativo
Il viaggiatore spiega che non è sua abitudine andare a cercare le chiese nei luoghi dove gli capita di trovarsi. Ma passeggiando a caso nel centro della città vecchia si è imbattuto in un vicoletto con un piccolo portale da cui si ha accesso al sagrato: «Il cortile interno è piuttosto piccolo ma offre una vista unica, poiché l’audace architettura maschera intagli dipinti con colori vivaci. All’interno sono stato immediatamente sbalordito dai blu quasi pastello delle pareti e del soffitto, punteggiato da stelle gialle e bianche, e dai rossi audaci che dalle colonne di legno si estendono fino ai banchi della chiesa». Williams termina con una citazione che è anche un grande riconoscimento dello stile missionario dei betharramiti: «La cattedrale di Dali è un simbolo dell’integrazione delle culture cinese e occidentale ed è una testimonianza storica dell’adattamento del cattolicesimo alla localizzazione».