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Vocazioni thailandesi

«Il lavoro e il sacrificio dei missionari provenienti dall’estero sono fonte di ispirazione per il mio lavoro di formazione. Adesso è il mio turno di seguire il loro esempio e di assumere le mie responsabilità nel trasmettere il carisma di san Michele con umiltà e fiducia». Lo scrive padre Luke Kriangsak Kitsakunwong, responsabile dei seminaristi betharramiti in Thailandia, tracciando il bilancio a 38 anni dall’apertura della prima casa di formazione della congregazione nel Paese estremo-orientale. «Per anni i nostri Padri hanno proibito a se stessi di accogliere vocazioni locali – spiega padre Luke – per favorire la crescita della Chiesa locale. Solo per la diminuzione dei missionari europei si è deciso ai aprire le porte ai giovani thailandesi. Così nel 1984 (33 anni dopo l’arrivo dei betharramiti nella diocesi di Chiang Mai) è stato ricevuto il primo gruppo di aspiranti; nel 1992 abbiamo avuto la prima professione religiosa locale. Oggi Bétharram in Thailandia conta, oltre a tre missionari italiani, 25 religiosi con voti perpetui, 24 aspiranti nel seminario minore di Payao, 16 che proseguono gli studi nella casa Ban Bétharram a Sampran e altri 10 ancora più grandi a Ban Garicoits sempre a Sampran. E il numero delle richieste resta stabile, mentre in altre congregazioni e diocesi si registra una diminuzione».

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